Economia
Il Bail in e la bufala del prelievo forzoso sui conti correnti
neXtQuotidiano 03/07/2015
«IL GOVERNO LEGALIZZA L’ESPROPRIO BANCARIO? Sì al «prelievo forzoso» dai conti correnti? Via libera alla legge voluta dall’Europa: il crac delle banche lo pagano i risparmiatori?» Sicuri sicuri sicuri?
Ieri e l’altroieri vi abbiamo parlato della bufala del prelievo forzoso sui conti correnti da gennaio 2016 e di cos’è davvero il bail in. Oggi il Giornale di Alessandro Sallusti apre in prima pagina direttamente con la fregnaccia: «IL GOVERNO LEGALIZZA L’ESPROPRIO BANCARIO – Sì al «prelievo forzoso» dai conti correnti – Via libera alla legge voluta dall’Europa: il crac delle banche lo pagano i risparmiatori», è intitolato l’articolo a firma di Massimo Restelli. Torniamo quindi a spiegare perché si tratta di titoli allarmistici o bufale messe in giro per raccattare voti, letture o copie.
IL BAIL IN E LA BUFALA DEL PRELIEVO FORZOSO SUI CONTI CORRENTI
In primo luogo con quanto approvato ieri dalla Camera dei deputati il cosiddetto prelievo forzoso non c’entra niente, visto che il concetto si riferisce a un prelievo straordinario sui conti correnti bancari degli italiani come quello avvenuto nel 1992 durante il Governo Amato, che nel suo primo mandato da presidente del Consiglio emise un decreto in cui tra le altre cose veniva deliberato retroattivamente il prelievo forzoso del 6 per mille dai conti correnti bancari. Un decreto attuato l’11 luglio 1992, a causa di una situazione di drammatica emergenza della finanza pubblica, e che veniva effettuato dallo Stato per rimettere a posto i conti pubblici. Qui si parla di tutt’altro: la legge approvata stabilisce la non rimborsabilità dei conti correnti al di sopra della cifra di 100mila euro tenuti in una banca che fallisce e in cui né azionisti né obbligazionisti riescono a far fronte alle eventuali perdite. Ma come funziona davvero la legge? In questo specchietto riepilogativo pubblicato oggi dal Sole 24 Ore si chiarisce la procedura:
Spiega il quotidiano:
Il cosiddetto “bail -in” consiste nella riduzione forzosa del valore delle azioni e del debito della banca in crisi, e/o nella conversione di quest’ultimo in capitale. In questo, si passa da un sistema in cui la risoluzione delle crisi è imperniata sul ricorso ad apporti esterni, forniti dallo Stato (bail-out) a un nuovo sistema,che ricerca all’interno degli stessi intermediari le risorse necessarie tramite il coinvolgimento di azionisti e creditori (bail in). Sono escluse dall`applicazione del bail -in alcune categorie, come i depositi di valore inferiore a 100.000 euro, oltre che agli azionisti e agli obbligazionisti meno assicurati. Fra i criteri di delega figura quello per cui il Governo dovrà valutare «l’opportunità di stabilire modalità applicative del bail-in coerenti con la forma societaria cooperativa». Potranno poi essere previste soglie più alte per le comunicazioni rilevanti, e dovrà essere di almeno 20mila euro la sanzione per insider trading.
In sostanza, quindi, prima lo Stato di fronte a un rischio di crollo di una banca aveva in sostanza soltanto due opzioni sul tavolo:
1) lasciarla fallire, rischiando un terremoto nel sistema creditizio
2) salvarla con soldi pubblici, come è successo al Monte dei Paschi di Siena in Italia
La nuova legge esclude la possibilità di salvare la banca con i soldi dei cittadini, e lascia il rischio in mano a chi possiede le quote delle banche (ovvero chi ne ha comprato le azioni, e in massima parte – come è ovvio – a chi ne ha di più), a chi ne possiede le obbligazioni e, in ultima analisi, ai correntisti con conti al di sopra dei 100mila euro, quota comunque garantita in rimborso dalla Banca Centrale Europea a tutti.
LA CAVIA DEL BAIL IN
Ricapitolando, quindi: non è vero che si tratta di un prelievo forzoso (perché tecnicamente si parla di mancata rimborsabilità dei conti correnti oltre la cifra di centomila euro), non è vero che si rischia di andare a un limite di 30mila euro (è vero che la Germania ha apposto un limite simile, ma il fatto che sia stata approvata ieri la legge con il limite di centomila dimostra il contrario di quello che vuole farvi credere chi usa questa legge per fare propaganda e raccattare qualche voto), non è vero che con questa legge gli sporki bankieri kattivi la faranno franca, per il semplice fatto che i “bankieri” sono gli azionisti delle banche, e la legge prevede che paghino in primo luogo loro. Molto più interessante è invece la riflessione del Sole 24 Ore su chi potrebbe essere la prima cavia del Bail in:
Il tema delle nuove modalità dei salvataggi bancari, ben prima della sua entrata in vigore, è tenuto da tempo sotto stretta osservazione da parte dei grandi investitori internazionali e delle agenzie di rating. Anche in Italia, come dimostra l’andamento delle quotazioni dei prestiti obbligazionari subordinati di banche commissariate come Banca Marche e Banca Etruria, che risentono dei timori di un salvataggio che porti alla conversione di obbligazioni in azioni. Da almeno due anni la Banca d’Italia sta attivamente lavorando per risolvere le più eclatanti crisi bancarie.
Ma il dirigismo di un tempo, quando si obbligavano i grandi istituti a salvare i più piccoli in difficoltà, non funziona più. In molte occasioni è stato utilizzato per i salvataggi, su spinta di Bankitalia, il fondo interbancario di tutela dei depositi, chiamato a ricapitalizzare banche in difficoltà. Ma molte situazioni restano irrisolte. E molti istituti non quotati in Borsa fanno fatica, in assenza di nuove iniezioni di capitali, a risollevarsi dalla crisi. La speranza dell’intero sistema bancario è che una soluzione possa essere trovata per tutti prima dell’inizio del 2016.
Oppure, sembra suggerire l’articolo, potremo vedere molto presto la nuova legge in azione.