Cultura e scienze

Tutte le bufale sul mostro di Loch Ness

neXtQuotidiano 21/04/2015

Il doodle di Google celebra oggi uno dei miti più affascinanti della pubblicistica mondiale: l’animale preistorico che vive nelle acque del lago. Dagli avvistamenti del 1933 alla foto di Wilson fino alle bufale italiane, la storia di una hoax talmente celebre che è un peccato che sia falsa

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È forse la bufala più famosa del mondo, quella di Nessie o, per meglio dire, il mostro di Loch Ness. Il mito della creatura preistorica che vive nelle acque del lago scozzese nasce nel 1933, quando il “testimone” George Spicer disse al giornale The Inverness Courier che, passeggiando nella zona del lago insieme alla moglie aveva incrociato lo sguardo con un grosso animale che sembrava un dinosauro in tutto e per tutto simile a quello del film King Kong, che era uscito nello stesso anno nelle sale cinematografiche di tutto il mondo. Nasce così la leggenda del mostro di Loch Noss, che a un certo punto comincia ad essere avvistato da tutti i turisti e c’è chi riesce a scattargli addirittura una foto mentre prende un bagno nelle acque del lago: quello scatto che vedete riprodotto in copertina, pubblicato non a caso dal Daily Mail, giornale anche allora aperto alla pubblicazione di argomenti “originali”, fu fatto dal medico Robert Kenneth Wilson e negli anni è diventato una delle foto più famose del mondo.
 
TUTTE LE BUFALE SUL MOSTRO DI LOCH NESS
La foto del mostro di Loch Ness però era una burla. Che nacque proprio a causa del primo avvistamento, quello di Spicer. Dopo la pubblicazione della notizia infatti lo stesso Daily Mail ingaggiò Marmaduke Wetherell, attore e regista ma anche famoso cacciatore, per scovare il mostro, e questi riportò al quotidiano una serie di foto di impronte spacciandole per quelle dell’animale preistorico, ma una analisi da parte degli zoologi rivelò che invece erano un calco di una zampa di ippopotamo essiccata, di quelle già famose all’epoca come trofei di caccia. Dopo la bufala rivelata, Wetherell costruì un marchingegno da far navigare nelle acque del lago e fece scattare al figlio (che confessò 40 anni dopo) la foto di Nessie diventata poi famosa in tutto il mondo.

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Tutte le bufale sul mostro di Loch Ness


 
Soltanto nel 1990 tutta la storia venne a galla: a costruire il marchingegno un piccolo sottomarino giocattolo, fu Wetherell con il figliastro Christian Spurling e il figlio Ian, mentre Wilson si prestò al gioco presentando lo scatto come suo ai giornali e facendolo pubblicare e arrivare a fare il giro del mondo. E proprio il successo della bufala spinse gli autori a evitare di raccontare lo scherzo per paura delle conseguenze, aiutando così la diffusione di una bufala che gira ancora ai giorni nostri. Da quel momento in poi tutti gli avvistamenti si moltiplicarono e Nessie, il soprannome con cui il mostro di Loch Ness divenne famoso nel decennio successivo, venne avvistato migliaia di volte e divenne protagonista di storie, racconti e fumetti. E di scoop di altri giornali, naturalmente. Il primo aprile del 1934 la Berliner Illustrirte Zeitun raccontò ad esempio dell’avventurosa cattura del mostro di Loch Ness, avvenuta con audacia e sprezzo del pericolo in realtà in uno studio cinematografico di Edimburgo.
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IL DOODLE DI GOOGLE SUL MOSTRO DI LOCH NESS
E una parte nella storia non potevamo non averla anche noi italiani. Nel 1941 il giornale Il Popolo d’Italia scrisse che Nessie era stato ucciso dai bombardamenti tedeschi sull’Inghilterra durante la Seconda Guerra Mondiale. Qualche mese dopo il Daily Mail fece tirare un sospiro di sollievo a Churchill & Co.: Nessie non era morto perché era stato avvistato da una famiglia inglese in vacanza ad agosto sul lago… Da quel momento in poi gli avvistamenti furono all’ordine del giorno: spesso si trattava di foto scattate alle onde che sembravano avere la forma della schiena del mostro o di altre parti del suo enorme corpo, mentre quelle subacquee che circolarono negli anni Cinquanta e Settanta come foto decisive erano foto di tronchi immersi nei quali l’autosuggestione consentiva di vedere chissà quali forme di animali preistorici. Un altro giornalista italiano, Francesco Gasparini, sostenne in un articolo pubblicato sul settimanale milanese Visto di aver inventato il mostro di loch Ness mentre lavorava a Londra come corrispondente per un quotidiano italiano, e lo aveva fatto ingigantendo la notizia di uno strano pesce pescato nel lago di Loch Ness facendolo diventare un mostro: presto altri quotidiani lo avevano seguito creando così il mito. L’ultima foto sul mostro di Loch Ness è quella scattata da George Edwards nel 2012:
L'ultima "foto" del mostro di Loch Ness

L’ultima “foto” del mostro di Loch Ness


Somigliava tantissimo alla prima della messinscena di Wetherell, e infatti, come il testimone confessò qualche tempo dopo, era stata ottenuta utilizzando un manichino in fiberglass utilizzato per uno speciale del National Geographic. Oggi Google nel suo doodle sul mostro annuncia però che è possibile esplorare su Google Maps le acque del lago in cerca del mostro di Loch Ness: se volete divertirvi anche voi…
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