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Alexander Korshunov: la presunta spia di Putin arrestata a Pomigliano su richiesta dell’FBI

neXtQuotidiano 06/09/2019

Ora gli USA chiederanno l’estradizione e la Russia si opporrà.  I tempi non saranno brevi: 30 giorni per la Corte per decidere. Che possono diventare 120 se dovesse essere chiesto agli Usa un supplemento di atti

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Alexander Korshunov,  nato il 19 maggio del 1962, formatosi nel SVR (lo spionaggio all’estero russo), amico di Putin dai tempi del Servizio, è rinchiuso in una cella dal 30 agosto a Poggioreale per un mandato di cattura internazionale a fini di estradizione sollecitato dall’FBI, sezione controspionaggio del Dipartimento di giustizia Usa, e spiccato dall’Assistant Attorney General per la National Security John C. Demers e dall’U.S. Attorney per il Southern District dell’Ohio Benjamin C. Glassman per cospirazione al fine di sottrarre segreti industriali.

Alexander Korshunov: la presunta spia di Putin

Laureato al Moscow Power Engineering Institute e all’Accademia Diplomatica del Ministero degli Affari Esteri dell’Urss, un dottorato all’Università di Economia e Commercio di Vienna, Korshunov è stato  terzo segretario del Ministero degli Esteri dell’ex Urss, vice-console del Consolato Generale della Federazione Russa in Turchia, secondo segretario del Ministero degli Esteri. Direttore dello sviluppo indutriale dell’Odk – una società statale russa che costruisce motori – è sospettato dagli Stati Uniti di essersi appropriato illegalmente di documenti e di informazioni della General Electric per poterli riutilizzare per il programma russo Pd-14 per lo sviluppo di un motore per i nuovi aerei civili Ms-21 nella società Odk.  L’accusa è quindi di spionaggio industriale.

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Vladimir Putin si è leggermente alterato: «L’Odk ha realizzato un nuovo motore russo. C’è voluto molto tempo per farlo. È il nostro primo prodotto high-tech in 28 anni. Abbiamo firmato un contratto con una società italiana per delle consulenze, è una pratica naturale in tutto il mondo: è un chiaro lavoro commerciale con partner europei. Non abbiamo bisogno di rubare nulla: abbiamo fatto tutto con le nostre stesse mani e con le nostre menti, le menti dei nostri specialisti. Le consulenze, lavori congiunti su moderni prodotti high-tech, sono pratiche pubbliche assolutamente naturali e aperte». E ancora: «La detenzione di cittadini russi su richiesta degli Stati Uniti interferisce con le relazioni bilaterali: questa è una cattiva pratica, a volte associata alla concorrenza».

Arrestato a Pomigliano su richiesta dell’FBI

Carlo Bonini su Repubblica spiega che si tratta di un programma vitale per Mosca, costantemente posticipato perché il suo sviluppo è vittima delle sanzioni internazionali. E che non contempla il fallimento perché i nuovi motori PD-14 devono sostituire gli americani Pratt & Whitney che ricadono sotto le sanzioni.

Korshunov , se si sta alle carte trasmesse dall’FBI all’Interpol, viene a capo della faccenda. Individua nella statunitense General Electric Aviation System (sede in Ohio) e nella sua controllata italiana Avio aero (4 mila addetti tra gli stabilimenti di Torino, Brindisi e Pomigliano d’Arco, collegio elettorale di Luigi Di Maio), la preda cui sottrarre i segreti del componente necessario a sviluppare il progetto PD-14: un riduttore a ingranaggi per accessori di motori a reazione che Avio progetta e produce per conto di General Electric.

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Korshunov aggancia un professionista italiano, tale Maurizio Paolo Bianchi, 59 anni, ex dirigente della Avio aero con entrature nei mercati cinese e russo. Bianchi, lasciata la Avio, si è trasferito a Forlì, alla società Aernova, che diventa il cavallo di troia di Korshunov. L’italiano non ha infatti difficoltà ad agganciare tecnici e progettisti di Avio. Il denaro per convincerli a preparare il disegno e il progetto del “riduttore” destinato ai russi utilizzando il know-how di General Electric non è un problema. L’Fbi registra incontri a Parigi e Milano tra 2013 e 2014 e fino a inizio 2019. Il segreto è violato. Ma Korshunov, l’italiano e i progettisti infedeli di Avio aero sono bruciati.

Ora gli USA chiederanno l’estradizione e la Russia si opporrà.  I tempi non saranno brevi: 30 giorni per la Corte per decidere. Che possono diventare 120 se dovesse essere chiesto agli Usa un supplemento di atti.

Foto copertina da: The Moscow Times

 

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