L’Ama dà la colpa ai romani per la monnezza

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La municipalizzata dei rifiuti romana risponde alle lettere dei cittadini sostenendo che è colpa dei romani (non della politica che non decide sugli impianti, non dell'AMA che non ritira: dei romani!)

Vedi alla voce non conoscere vergogna. Vista la vergognosa situazione in cui AMA, che incamera una delle tariffe rifiuti più alte d’Italia, lascia la città di Roma periodicamente ci si attenderebbe un atteggiamento leggermente più collaborativo nei confronti di quei cittadini che chiedono il rimborso della TARI. Se non altro perché incassare soldi per svolgere un lavoro che non viene svolto puntualmente (e metterseli in tasca anche per tenere i giardini e le ville puliti, nonostante siano ridotti una monnezza) è una delle vergogne più clamorose della storia. E invece no. La municipalizzata dei rifiuti romana risponde alle lettere dei cittadini sostenendo che è colpa dei romani (non della politica che non decide sugli impianti, non dell’AMA che non ritira: dei romani!). Scrive oggi Il Messaggero:



I sacchetti della spazzatura che tracimano dai cassonetti? Lo slalom sui marciapiedi tra il pattume fetido? Colpa (anche) dei romani. E dunque, niente rimborso della Tari. È questa in sostanza la linea di difesa dell’Ama, la partecipata del Campidoglio che in queste settimane di crisi dei rifiuti si prepara a fronteggiare le lettere di protesta dei cittadini che vogliono riavere indietro i soldi delle bollette. Soldi sborsati per un servizio che, nei fatti, non c’è o non c’è stato. A qualcuno è già arrivata una risposta in carta bollata dalla società comunale.

AMA: la raccolta differenziata in calo a Roma (Il Messaggero, 17 agosto 2019)

Una chiusura netta all’ipotesi del rimborso, che traspare fin dalle prime righe: «Non risultano sussistenti i presupposti per l’applicazione della richiesta di riduzione tariffaria». Motivo? «Eventuali e occasionali criticità», scrive la municipalizzata, «sono da ricollegare non alle attività svolte dall’Ama quanto, piuttosto, a contingenti problematiche connesse all’intero ciclo di gestione dei rifiuti, nonché, in alcuni casi, al non corretto conferimento dei rifiuti medesimi da parte dell’utenza». Insomma, sarebbero i romani a sbagliare quando gettano l’immondizia, perché l’Ama è convinta di aver fatto tutto a regola d’arte. Senza colpe. C’è scritto ancora nelle lettere spedite a luglio: «Ama è costantemente impegnata a garantire il continuo e regolare svolgimento del servizio di raccolta». Le «criticità», invece, sono responsabilità di altri.



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