Politica
Ora c’è una data: ecco quando cominceranno le votazioni per il Quirinale
neXtQuotidiano 01/01/2022
Martedì 4 gennaio il presidente della Camera Roberto Fico invierà ai “grandi elettori” la convocazione per la seduta comune per l’elezione del Presidente della Repubblica
Non è stata ancora ufficializzata la data per l’elezione del Presidente della Repubblica. Il mandato di Sergio Mattarella scade il 3 febbraio: il Capo dello Stato giurò in questo giorno nel 2015, perciò – come sancito dall’articolo 85 della Costituzione – trenta giorni prima che scada il termine “il Presidente della Camera dei deputati convoca in seduta comune il Parlamento e i delegati regionali”. Tra tre giorni, quindi, il 4 gennaio, Roberto Fico potrà inviare la convocazione. La prassi prevede poi che si proceda con il voto 15-20 giorni dopo, per permettere ai consigli regionali di eleggere i propri tre delegati da inviare a Montecitorio per l’elezione in seduta comune. Martedì prossimo, quindi, si avrà l’ufficialità sulla data in cui inizieranno le elezioni del nuovo Capo dello Stato. Fico pur specificando di “non dover esplicitare i criteri” che seguirà per la scelta della data per la convocazione del Parlamento, ha tuttavia sottolineato che “ci sono anche dei precedenti e solitamente noi guardiamo i precedenti, ma vedremo quale sarà la situazione generale e decideremo”.
La data per l’elezione del nuovo Presidente della Repubblica
Secondo quanto risulta a Open, il giorno stabilito è quello del 24 gennaio. Un’ipotesi già circolata nei giorni scorsi negli ambienti parlamentari. Inoltre, insieme alla presidente del Senato Casellati, Fico sta studiando le soluzioni per impedire il sovraffollamento dell’Aula di Montecitorio, dove 1008 “grandi elettori” (1009 se il seggio lasciato libero da Gualtieri verrà preso in tempo da qualcun altro, ndr) saranno chiamati all’urna. Tra le ipotesi sul tavolo anche quella di prevedere la possibilità di votare a distanza per chi sia impossibilitato a raggiungere Roma perché positivo o in quarantena. Probabile inoltre che il voto sia ripartito nelle due aule, Montecitorio e Palazzo Madama, per contingentare le presenze, in ossequio alle normative Covid.