Come la Lega torna a mungere gli allevatori con le quote latte

di Giovanni Drogo

Pubblicato il 2020-02-18

Da vent’anni la Lega ha utilizzato la questione degli “splafonamenti” e delle multe dell’Unione Europea per salvaguardare il proprio serbatoio di voti. Dopo 15 mesi di governo gialloverde in cui non è stata trovata alcuna soluzione per le multe ancora da pagare oggi la Lega, con l’ex ministro dell’Agricoltura Centinaio in testa, torna alla carica per far vedere che sono loro quelli che ci tengono davvero

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«Abbiamo presentato un’interrogazione al ministro Bellanova per capire quali misure vorrà adottare per tutelare i produttori di latte bovino che pagano un clima di assoluta incertezza dopo i pronunciamenti dell’autorità giudiziaria italiana ed europea sulla vertenza delle cosiddette “quote latte“». A dirlo sono i senatori della Lega Gian Marco Centinaio, già ministro delle Politiche Agricole, Gianpaolo Vallardi, presidente della commissione Agricoltura, Giorgio Maria Bergesio, capogruppo della Lega in Commissione Agricoltura e Rosellina Sbrana, membro della commissione. Ora che è all’opposizione la Lega (non più Nord) scopre le quote latte.

Delle quote latte non si butta via nulla

O meglio, riscopre, visto che tutta la vicenda delle quote latte è stata abilmente cavalcata dalla Lega Nord per assicurarsi il consenso, elettorale, degli allevatori a spese di tutti i contribuenti italiani. Ora che Centinaio non è più al MIPAAF (si ricorderà la cortesia con la quale si è rifiutato di fare il passaggio di consegne con la Bellanova) utilizza la questione per attaccare il Governo e far vedere ai produttori di latte che se fossero al governo i leghisti saprebbero fare sicuramente meglio.

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Ma non avevano già risolto il problema delle quote latte?

«Cosa intende fare questo governo per risolvere la questione delle multe per il prelievo supplementare, visto che prima il Consiglio di Stato, poi la Corte di giustizia europea hanno bocciato il calcolo delle multe comminate negli anni al nostro Paese? – chiedono gli esponenti leghisti – Prima delle sentenze infatti, per tutelare gli allevatori la Lega al governo aveva fatto approvare un decreto legge che sospendeva le procedure di riscossione coattiva degli importi relativi al prelievo supplementare di latte» lamentando che l’apposita commissione  «non risulta ancora avere avviato i propri lavori». Commissione che però era nata su impulso dell’allora governo M5S-Lega.

Come la Lega non ha risolto la questione delle quote latte quando poteva

Cosa sta succedendo? Come mai le quote latte sono tornate d’attualità? Abolite a partire dall’aprile del 2015 le quote latte erano quel regime di contingentamento produttivo istituito con lo scopo di ridurre lo squilibrio tra offerta e domanda in Europa. In breve: ad ogni stato membro della UE venivano assegnate delle quote di produzione e ogni paese era responsabile della riscossione delle multe in caso di superamento di tali quote (denominate “prelievo supplementare“), dovute dai produttori con eccesso di produzione (i cosiddetti splafonamenti).

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Succede poi che in Italia ci sono stati allevatori che hanno sforato le quote. Ma la Lega Nord ha sempre promesso, per anni, che avrebbe trovato una soluzione per non far pagare le multe agli allevatori. Soluzione che puntualmente – come gran parte delle promesse della Lega – non è mai arrivata. E non c’è nemmeno oggi, infatti Centinaio e gli altri chiedono all’attuale Governo di trovarla. Il punto è che nel frattempo Bruxelles è andata avanti e il  24 gennaio 2018 la Corte di giustizia dell’Unione europea ha emesso la sentenza sulla causa C-433/15, che conclude la procedura di infrazione contro l’Italia proprio per la mancata riscossione dei prelievi sul latte nelle campagne dal 1995/1996 al 2008/2009 sancendo che il nostro Paese non aveva rispettato le regole non facendo pagare direttamente ai produttori le multe per i prelievi supplementari.

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Scrive l’ufficio studi della Camera che secondo la Corte dei Conti l’importo complessivo del prelievo imputato ai produttori ammonta a 2,3 miliardi di euro dei quali sono stati 754 milioniCi sono poi 19 milioni di euro sono ormai irrecuperabili, 101 milioni non più dovuti per effetto di decisioni passate in giudicato (totale complessivo pari 874 milioni di euro). Dei restanti 1,4 miliardi di euro – si legge nel dossier -«120 milioni afferiscono a sentenze di annullamento, provvisoriamente esecutive, 394 milioni non sono attualmente esigibili per cautele giurisdizionali, 35 milioni sono in corso di riscossione rateale ex lege n. 33 del 2009, 880 milioni sono allo stato esigibili, ma non ancora esatti». Ma, si dirà proprio Gian Marco Centinaio aveva “risolto la questione” con il suo decreto emergenze agricoltura approvato nel marzo del 2019. Per la verità si trattava di una classica non soluzione. Il decreto si limitava semplicemente a sospendere fino «e non oltre» il 15 luglio 2019 qualsiasi procedura di riscossione delle multe. Il 15 luglio Centinaio era ancora ministro ma un mese dopo sarebbe caduto il governo. Oggi quello stesso Centinaio si lamenta che lo Stato abbia deciso di andare ad incassare il dovuto definendolo “un gesto ignobile”. Ma non fa nulla, in fondo Centinaio era sempre quello che quando Salvini prometteva di risolvere la vertenza del latte dei pastori sardi (guarda caso anche qui c’entra il discorso legato alla gestione della quantità di latte prodotto) in 48 ore non ha fatto un fiato. È passato un anno e le cose in Sardegna non sono cambiate.

 

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