La disfida delle azioni della Banca Popolare di Bari

Categorie: Economia, Fact checking

Gli incontri con Ghizzoni di Rotschild Italia alla base dell'uscita dal tunnel della banca. Ma non dei possessori di azioni

Nel caso di Banca Popolare di Bari, che presenterà a breve il nuovo piano industriale e ha i soci a rischio azzeramento, balla ancora il destino delle azioni e dei suoi possessori. La strada battuta dalla Popolare di Bari sembra essere la stessa di Veneto Banca e Popolare di Vicenza: valevano, secondo stime di parte, fino a 9,53 euro. Meno di tre anni fa, nell’aprile 2016, erano a 7,5 euro, nel momento in cui si cercò una soluzione con la «quotazione» sul segmento Hi-Mtf. Oggi quei titoli «valgono» 2,38 euro, ma non ci sono scambi,nessuno vuole acquistarli, non si fa prezzo e il valore è una pura indicazione.



La disfida delle azioni della Banca Popolare di Bari

Calcola oggi Stefano Righi sul Corriere Economia che dai massimi si è perso il 75 per cento dell’investimento, con una capitalizzazione passata da 1,2 miliardi a 380 milioni. Dati ipotetici, perché la verità è molto più amara e i 70mila soci della Popolare di Bari hanno acquisito la sensazione di avere carta straccia in mano. Soprattutto se l’aumento da realizzare nei prossimi mesi sarà fortemente diluitivo e (probabilmente) non a loro dedicato.

Banca Popolare di Bari, i conti (La Repubblica, 6 gennaio 2019)

In questa ottica sarà complicato il lavoro che attende Vincenzo De Bustis, richiamato a gestire l’istituto da Marco Jacobini evidentemente senza l’ok di Giulio Sapelli, che ha presentato le dimissioni ed è partito per il Sudamerica dopo la nomina dell’ex Banca 121. Il Corriere Economia scrive però oggi che De Bustis è già al lavoro e «un lungo faccia a faccia con Federico Ghizzoni, ex Unicredit e oggi presidente di Rothschild Italia, dovrebbe aiutare a disegnare l’uscita dal tunnel».



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