Di sicuro uno sconfitto c’è ed è Matteo Salvini

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2022-01-29

Tutti i candidati per la corsa al Quirinale affossati dal leader della Lega: da Berlusconi a Casellati, passando per Nordio, Pera, Moratti, Cassese e Belloni. La debacle dell’ex ministro dell’Interno che per l’ennesima volta ha dimostrato tutta la sua inadeguatezza come tattico.

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Per la prima volta, il centrodestra sembrava avere i numeri dalla sua per poter indirizzare la scelta del capo dello Stato. Il ruolo di kingmaker toccava a Matteo Salvini e, per l’ennesima volta, il leader della Lega ha dimostrato di essere un tattico disastroso. Ha bruciato una serie infinita di nomi, inasprito i rapporti prima con Forza Italia, poi con Fratelli d’Italia e alla fine ha dovuto subire la scelta di Sergio Mattarella, per evitare capitolazioni ancora più umilianti.

Di sicuro uno sconfitto c’è ed è Matteo Salvini

L’ex ministro dell’Interno ha iniziato a giocare la partita sostenendo, ma non troppo, la candidatura di Silvio Berlusconi. “È lui la scelta del centrodestra”, diceva coram populo, salvo poi chiedere continue rassicurazioni sui numeri al Cavaliere, indebolendo di fatto le pretese di riuscita della manovra. È stata poi la volta della famosa rosa dei nomi: Carlo Nordio, Letizia Moratti e Marcello Pera. “Sono personalità di livello assoluto, non candidati di bandiera”, assicurava il Capitano nella conferenza stampa in cui annunciava il terzetto.

Nessuno di loro, però, è stato votato nei primi scrutini. Accantonati, dunque, prima ancora che bruciati. È stata poi la volta del costituzionalista Sabino Cassese: “Il leader della Lega oggi pomeriggio ha incontrato Cassese nel suo appartamento dei Parioli”, riportava ‘Il Foglio’ lo scorso 26 gennaio. “Ho un coniglio nel cilindro”, avrebbe commentato tronfio l’ex ministro dell’Interno. Niente da fare anche per l’ottantaseienne professore. La sua candidatura è stata sacrificata prima ancora di essere sottoposta ai grandi elettori.

La giornata di ieri doveva essere quella della ‘spallata’, della prova di forza del centrodestra che avrebbe dovuto dimostrare di avere i numeri per eleggere un capo dello Stato di parte. A prestarsi al gioco della conta, anzi a insistere perché fosse lei la vittima sacrificale credendo di poterla spuntare, è stata Maria Elisabetta Alberti Casellati. Anche sul nome della presidente del Senato, Salvini ostentava sicurezza. Sappiamo poi come è andata a finire. Impallinata da franchi tiratori che provenivano da Forza Italia, il partito a cui appartiene la seconda carica dello Stato.

In serata, infine, Salvini, sempre più indebolito nel suo ruolo di capo delle trattative, aveva provato il blitz di concerto con Giuseppe Conte. Dopo un summit al quale era presente anche Enrico Letta, gli ex alleati gialloverdi hanno annunciato – all’insaputa del segretario del Partito Democratico – che avremo avuto una presidente donna. Lasciando intendere che il nome buono era quello di Elisabetta Belloni, capo del Dis. Anche in questo caso, però, l’ipotesi è tramontata sotto il fuoco incrociato di Partito Democratico, Italia Viva, Forza Italia, Leu e anche della parte dei pentastellati che fa riferimento a Luigi Di Maio.

Tutta questa serie di candidati affossati, ha portato alla debacle di Salvini. Il leader del Carroccio, sconfitto e disorientato, a questo punto non ha potuto far altro che accodarsi al coro di chi chiede il bis di Mattarella. Lo stesso giornalista Vittorio Feltri, non certo tacciabile di simpatie per il centrosinistra, ha voluto commentare l’inadeguatezza del leader leghista: “A condurre le trattative, il peggiore di tutti è stato Salvini”, ha detto all’AdnKronos il direttore editoriale di Libero.

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