Cultura e scienze

Serratia marcescens: come si trasmette il batterio degli ospedali

neXtQuotidiano 12/08/2018

A Brescia ha provocato la morte di un neonato. La Serratia Marcescens è la causa più comune di polmonite e la decima di infezione del flusso sanguigno

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Un neonato morto e altri nove contagiati: questo il bilancio, per ora solo provvisorio, dell’infezione causata dalla Serratia Marcescens agli Spedali Civili di Brescia. Paolo, nato da una coppia bresciana, era ricoverato nel reparto di terapia patologia neonatale, così come il gemellino che è sopravvissuto ed è ora in cura. Secondo le prime indagini sarebbe stato il batterio serratia marcescens a stroncare il neonato e a infettare il fratello e altri otto bambini nati prematuramente e tenuti sotto osservazione nello stesso reparto, che è stato ora bonificato.

Serratia marcescens: il batterio killer degli ospedali

Il batterio serratia marcescens era stato individuato lo scorso 20 luglio, ma si tratta di un’infezione che si sviluppa in ambito ospedaliero e che non risponde alle normali cure antibiotiche. Dallo scorso 27 luglio è stata disposta la chiusura dell’accettazione di nuovo pazienti nel reparto di Terapia intensiva dopo le prime bonifiche. I sintomi principali dell’infezione da Serratia marcescens sono brividi, febbre, insufficienza respiratoria e shock settico.

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Il batterio può portare a diverse infezioni che colpiscono la pelle, gli occhi, il cuore, i tessuti molli, il tratto urinario o respiratorio. Si tratta del primo caso specifico avvenuto a Brescia, mentre in Italia negli scorsi anni se ne sono registrati altri nei nosocomi di Mantova, nel 2012, Como, nel 2014, e Cosenza, nel 2016. L’infezione da Serratia marcescens è tra le più diffuse tra quelle provocate dal batterio Serratia, presente in genere nel suolo, nelle acque di superficie o di scarico, sulle piante, negli animali, in particolare negli insetti e nell’uomo. Il contagio avviene per lo più in ambito ospedaliero.

Serratia marcescens, come si trasmette

La serratia marcescens sta sviluppando, secondo quanto affermano i microbiologi nel sito Microbiologia Italia, forme di resistenza agli antibiotici. Lo scorso anno un’epidemia all’ospedale La Paz di Madrid aveva costretto il Ministero della Salute spagnolo a chiudere l’unità di terapia intensiva neonatale dopo il contagio di 51 bambini. Si sviluppa e causa pericolosi focolai negli ospedali, dove negli ultimi anni è cresciuto l’allarme per il fenomeno delle infezioni in corsia, causando una situazione esplosiva perché legato a quello della resistenza dei batteri agli antibiotici a disposizione. I risultati di un programma di sorveglianza negli Stati Uniti e in Europa, indicano che è responsabile in media del 6,5% di tutte le infezioni da Gram negativi in terapia intensiva (al quinto posto tra i Gram negativi nei reparti di terapia intensiva) e del 3,5% delle infezioni nei pazienti che non si trovano in terapia intensiva.

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Attualmente, Serratia è la settima causa più comune di polmonite, con un’incidenza del 4,1% negli Stati Uniti, del 3,2% in Europa e del 2,4% in America Latina, e la decima causa più comune di infezione del flusso sanguigno con un’incidenza del 2,0% tra i pazienti ospedalizzati. Il catetere urinario , per esempio, è un importante fattore di rischio per l’infezione. Pericoloso anche per le vie respiratorie. In rari casi provoca problemi al cuore. La principale via di diffusione è comunque attraverso il contatto diretto del personale ospedaliero. La S.Marcescens è in grado di produrre un caratteristico pigmento rosso, per questo motivo, in passato, è stato descritto come il batterio con la capacità di “mascherare”, proprio come fa il sangue.

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