Attualità
Cosa significa che siamo in stato di emergenza per il coronavirus 2019-nCoV
Giovanni Drogo 31/01/2020
La decisione del Consiglio dei Ministri è la diretta conseguenza della dichiarazione dello stato di emergenza sanitaria globale da parte dell’Organizzazione Mondiale della Sanità per contenere la diffusione del coronavirus 2019-nCoV e fornire le linee guida per una risposta standardizzata a livello internazionale
Il Consiglio dei Ministri riunitosi questa mattina ha deliberato lo stato di emergenza nazionale in conseguenza del rischio sanitario connesso all’insorgenza di patologie derivanti da agenti virali trasmissibili. Lo stato di emergenza nazionale per rischio sanitario da coronavirus 2019-nCoV avrà una durata di sei mesi. Il CdM ha inoltre deliberato lo stato di emergenza nazionale per fare fronte all’emergenza.
Perché il Governo italiano ha dichiarato lo stato di emergenza nazionale per il coronavirus
Fonti del governo spiegano – ma lo aveva già detto il ministro Roberto Speranza durante la conferenza stampa di ieri sera – che la proclamazione dello stato di emergenza è è diretta conseguenza della decisione dell’Oms di lanciare l’emergenza globale. «Alla luce della dichiarazione di emergenza internazionale dell’OMS abbiamo attivato gli strumenti normativi precauzionali previsti nel nostro Paese in questi casi, come già avvenuto nel 2003 in occasione dell’infezione Sars. Le misure assunte sono di carattere precauzionale e collocano l’Italia al più alto livello di cautela sul piano internazionale», ha dichiarato il ministro della Salute Speranza. Durante l’epidemia di SARS (causata anch’essa da un coronavirus) tra il 12 e il 15 marzo 2003, l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), aveva per la prima volta nella storia dell’organizzazione, lanciato un allarme mondiale. Fortunatamente in Italia non si verificarono casi di infezione o di contagio. Negli ultimi anni è stato dichiarato lo stato di emergenza internazionale (ma non in Italia) nel 2014 per l’epidemia di Ebola in Africa Occidentale, nel 2016 per i casi di Zika e nel 2019 per l’epidemia di Ebola nella Repubblica Democratica del Congo. La differenza con questi casi è la diffusione su scala globale del coronavirus 2019-nCoV.
Lo stato di emergenza viene decretato ai sensi dell’articolo 5 della legge n. 225 del 1992 sulla Protezione civile ed è un provvedimento del Consiglio dei ministri in virtù del quale il governo esercita dei “poteri sostitutivi” degli enti locali in situazioni di particolare rischio. Con lo Stato di emergenza si garantiscono interventi immediati a favore della popolazione e del territorio con mezzi e poteri straordinari. Si tratta di interventi che vengono decisi con ordinanze emanate dal capo della Protezione civile in deroga alle disposizioni di legge. La prima ordinanza nomina il commissario delegato che avrà la responsabilità di gestire gli interventi necessari per superare la situazione di emergenza. Per legge la durata della dichiarazione dello stato di emergenza non può superare i 180 giorni prorogabile per non più di ulteriori 180 giorni. Lo stato di emergenza consente lo stanziamento di un importo ad hoc per gli interventi di soccorso, di messa in sicurezza e di accoglienza. Lo stato di emergenza deve rispettare le disposizioni legislative e l’ordinamento giuridico. Allo scadere dello stato di emergenza viene emanata l’ordinanza di chiusura in cui si stabilisce il subentro dell’amministrazione in via ordinaria.
Al momento secondo l’ECDC (l’European Centre for Disease Prevention and Control) in Europa ci sono 14 casi confermati di infezione da coronavirus 2019-nCoV, per la maggior parte si tratta di casi “importati”(ad eccezione dei cinque pazienti tedeschi), ovvero di cittadini che sono giunti dalle zone del focolaio epidemico. Secondo l’ECDC è molto probabile che in Europa si verifichino ulteriori casi di importazione da paesi al di fuori dell’Unione Europea (questo anche se l’Italia ha già chiuso i collegamenti aerei con la Cina). Per la verità anche la misura di “bloccare” o “chiudere” porti ed aeroporti richiesta a gran voce dalla Lega potrebbe essere largamente inefficace dal momento che c’è una forte possibilità che nuovi casi di importazione si verifichino nei paesi asiatici di provenienza o destinazione delle persone che sono andate in Cina o a Wuhan in tempi recenti.
Per il momento si tratta di un numero limitato di casi ma paesi come la Tailandia (14), il Giappone (14), Singapore (13), Taiwan (9), la Malesia (8), la Corea del Sud (7), gli Emirati Arabi Uniti (4), il Vietnam (5), la Cambogia (1), il Nepal (1), le Filippine (1), l’India (1), e lo Sri Lanka (1) hanno già registrato di pazienti infetti dal nuovo coronavirus. A questi vanno aggiunti anche i casi in Canada, USA e Australia che per il momento non hanno sospeso i collegamenti aerei. Come ha sottolineato l’OMS la lotta per contrastare la diffusione del coronavirus non riguarda un solo stato o solo la Cina ma deve essere uno sforzo collettivo di tutta la comunità internazionale. Per questo motivo l’OMS ha emanato una serie di linee guida (non obbligatorie) e richieste tecniche per assicurare uno standard internazionale nella risposta al coronavirus di Wuhan. In Italia il modo migliore per fare fronte ad una situazione in continua evoluzione è quello di attivare le strutture della Protezione Civile dichiarando lo stato di emergenza.
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